Sul finire degli anni ’30 del XIX secolo Pietro Bonci Casuccini decise di mettere a coltura la porzione dei suoi terreni che includeva il boscoso rilievo di Poggio Gaiella.
I lavori portarono alla luce strutture tombali collegate da insoliti cunicoli scavati nel cuore della collina che suscitarono fin da subito grande interesse nel mondo accademico, perché paragonati al labirinto che, secondo le fonti antiche, era all’interno del mausoleo del re Porsenna.
Oltre ad Emil Braun, che nel 1841 scriveva: “Il laberinto di Porsenna comparato coi sepolcri di Poggio Gaiella ultimamente dissotterrati nell’agro chiusino” la documentazione dell’epoca consta di parziali descrizioni e relazioni ad opera di L. Gruner, J. A. Feuerbach, G. Abeken, G. Dennis, G. Micali, e del canonico Luigi Dei, membro di un’antica famiglia appartenente alla nobiltà chiusina, che a partire dal 1840 si occupò degli scavi.
Dopo le indagini della Società Colombaria nel 1859 e alcuni ritrovamenti fortuiti degli anni ‘40 del del ‘900, gli scavi vengono ripresi dall’allora Soprintendenza alle Antichità d’Etruria, con Guglielmo Maetzke nel 1953, Clelia Laviosa tra il 1961-62 e … Vedi tutto.
Un particolare ringraziamento va al Comune della Città di Chiusi, al Polo Museale della Toscana, al Museo Nazionale Etrusco di Chiusi e alla Banca Valdichiana
Photo MNEC