Si tratta del ballatoio posto al primo piano dell’Ex-museo Topografico, che corre parallelo al Corridoio Mediceo collegando i due edifici del MAF: il Palazzo della Crocetta, che ospita il Museo Egizio e la sezione delle Antiche Collezioni, etrusche greche e romane, e il Palazzo Ex-Innocenti, dal quale al momento si accede al museo, ma che in un futuro non troppo lontano diventerà la sede del museo etrusco (leggi qui le vicende legate all’acquisizione del Palazzo Ex-Innocenti da parte del Regio Museo Etrusco). Questo luogo di passaggio da oggi diventa uno spazio di sosta e approfondimento, e fintantoché la nuova ala non sarà allestita questo sarà da considerarsi il passaggio conclusivo, al termine del percorso di visita.
La sosta potrà essere effettuata godendo di una vista privilegiata sul giardino monumentale, in cui sono ricostruite tombe etrusche di varia epoca; l’approfondimento propone alcuni temi che aiuteranno a comprendere meglio il percorso museale complessivo del Museo. Si parte dalla definizione di museo archeologico come luogo del racconto di una civiltà, esemplificata in questo caso da quella etrusca, per passare a spunti sui temi del collezionare e del restaurare. Si prosegue poi con il tema della contestualizzazione, nelle declinazioni che ne hanno dato differenti epoche, per finire con una riflessione sui sensi dell’udito, del gusto e del tatto) che completano l’esperienza di una civiltà distante nel tempo.
I reperti esposti nel percorso di visita, alcuni dei quali, fuori dalle vetrine, fanno proprio parte del percorso tattile, offrono esempi concreti degli approfondimenti suggeriti, mentre una tavola cronologica, che si sviluppa per tutti i cento metri dello spazio di esposizione, fornisce una linea del tempo sulla quale fissare quanto si è già visto nelle sale del museo.
Tra i reperti esposti merita una particolare attenzione il Frontone di Luni, in terracotta, del II secolo a.C., finalmente esposto dopo un lungo restauro. Esso è parte della decorazione architettonica del Grande Tempio tuscanico di Luni e rappresenta un concilio degli dei, con la dea Luna affiancata da Apollo, da un’altra divinità maschile nuda e da due figure femminili interpretate come muse.
In questo nuovo spazio è esposto anche il calco della Minerva di Arezzo (il cui originale è temporaneamente a Palazzo Strozzi per la mostra “Potere e Pathos“), a raccontare le vicende del suo restauro: dapprima quello settecentesco, poi quello degli anni recenti a cura del Laboratorio di Restauro della Soprintendenza, che ha riportato la statua al suo aspetto originario, antecedente il restauro del ‘700.
Progetto scientifico: Giuseppina Carlotta Cianferoni
Progetto museografico: Lucrezia Cuniglio, Roberto Mantovani (libero professionista, Firenze)
Progetto grafico: Studio Tapiro, Venezia
Testi: Approfondimenti e didascalie: G.C. Cianferoni con la collaborazione di Rosalba Settesoldi (libero professionista, Firenze); Tavola cronologica: G.C. Cianferoni, Mario Iozzo; Traduzioni: Lisa Brucciani e Andy Clark (liberi professionisti, Firenze), Stamperia Braille-Regione Toscana
Allestimento: Opere in legno e metallo: Farmobili, Monteroni d’Arbia (Siena); Grafica: Immagine Studio, Monteroni d’Arbia (Siena); Luce e audio: Tiziano Manzini, Incisa Val d’Arno (Firenze); Opere in tessuto: Opera Laboratori Fiorentini, Sesto Fiorentino (Firenze); Opere edili: Restauri Artistici e Monumentali, Firenze
Restauri per l’esposizione: Fabrizio Gennai
Studi e restauri preliminari all’esposizione: Frontone A di Luni: Anna Maria Durante (Soprintendenza Archeologia della Liguria), Maria José Strazzulla (Università degli Studi di Foggia), Emanuela Paribeni, Elena Sorge, Franco Cecchi, Piergiovanni Nagrini e Pasquino Pallecchi; Facsimile dalla tomba François di Vulci: Koinè di Ilaria Scalia, Firenze; Tomba di Novilara: Marina Micozzi (Dipartimento di Scienze dei Beni Culturali dell’Università della Tuscia), Silvia Gori e R. Settesoldi (libere professioniste, Firenze), Renzo Giachetti e Nora Marosi con la collaborazione degli studenti dello Studio Art Centers International (SACI) di Firenze, Elsa Pacciani, Marida Risaliti, Antonino Sentineri. Restauro eseguito con il contributo della famiglia Worthington.
Percorso multisensoriale: G.C. Cianferoni, L. Cuniglio, Manuela Fusi, Arianna Vernillo
Copie: Minerva: Fonderia Marinelli, Barberino Val d’Elsa (Firenze); il vasellame è stato selezionato con la collaborazione di Maria Angela Turchetti
Contributo sonoro: Simone Bellucci
Finanziamento: Direzione Generale Musei; Soprintendenza Archeologia della Toscana
Dove non altrimenti indicato, le persone coinvolte nella sistemazione dell’area di sosta e approfondimento sono dipendenti della Soprintendenza Archeologia della Toscana