Conferenza sul Mausoleo di Harwa a Luxor

FotoTiradritti

Chiusi Città – Sala Conferenze di S. Francesco – 18 Aprile 2015 ore 17:00.

L’Associazione Culturale per lo sviluppo del’Egitto e del Sudan (ACSES)

organizza la

CONFERENZA DEL

Prof. Francesco Tiradritti

dal titolo

“Un percorso iniziatico e la fine del mondo
alla luce delle ultime scoperte presso il Mausoleo di Harwa a Luxor

 (scarica il programma completo delle attività ACSES previste dal 17 al 19 Aprile 2015)

 

Abstract

Dal punto di vista archeologico il Cenotafio di Harwa è uno dei monumenti più rilevanti dell’antico Egitto. Dal 1995 è oggetto di ricerche intensive da parte della Missione Archeologica Italiana a Luxor. Gli scavi e lo studio dei reperti e delle decorazione stanno restituendo informazioni vitali che consentono di gettare una nuova luce su un periodo di tempo che va dalla costruzione del monumento (VII secolo a.C.) fino ai primi secoli della tarda antichità.

Una delle prime scoperte effettuate all’inizio delle ricerche è stata che la planimetria del cenotafio è impostata lungo un percorso che descrive, attraverso i testi e le immagini incise sulle pareti, l’esistenza umana. Fino al 2009 quello che è stato denominato “il Cammino di Harwa” era ritenuto svilupparsi attraverso tre fasi successive: vita, morte e rinascita nell’oltretomba. L’identificazione di ulteriori testi ha invece dimostrato che il Cammino di Harwa continua e, ripercorrendo all’inverso la strada effettuata, ha come esito finale la resurrezione in terra dell’individuo.

Il Cammino di Harwa, per la sua divisione in tre fasi (vita, morte e rinascita/resurrezione) e per alcune espressioni ricorrenti all’interno dei testi può essere equiparato all’iniziazione cui venivano sottoposti gli adepti nei riti delle religioni misteriche.

Negli ultimi anni la ricerca archeologica nel Cenotafio di Harwa è andata sempre più concentrandosi nel cortile del monumento e ha condotto alla scoperta di quelle che possono essere considerate a tutt’oggi le uniche tracce archeologiche relative all’Epidemia di Cipriano, che flagellò l’Impero Romano per vent’anni a partire dal 250 a.C. Il contagio provocò un numero così elevato di vittime che alcuni cronisti dell’epoca ritennero dovesse trattarsi della fine del mondo.